venerdì 25 agosto 2017

Recensione Le Otto Montagne di Paolo Cognetti [Einaudi]





Il bello dei laghi alpini è che non te li aspetti, salendo, se non sai che ci sono, e non li vedi finchè non fai un ultimo passo, superi l'altezza dell'argine e a quel punto, davanti agli occhi, ti si apre di colpo un paesaggio nuovo.




Le Otto Montagne
 Paolo Cognetti

Einaudi  | 08 novembre 2016  | 199 pagine | cartaceo 18,50 € | ebook 9,99 €


Pietro è un ragazzino di città, solitario e un po' scontroso. La madre lavora in un consultorio di periferia, e farsi carico degli altri è il suo talento. Il padre è un chimico, un uomo ombroso e affascinante, che torna a casa ogni sera dal lavoro carico di rabbia. I genitori di Pietro sono uniti da una passione comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. La montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l'orizzonte lineare di Milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia.
Quando scoprono il paesino di Grana, ai piedi del Monte Rosa, sentono di aver trovato il posto giusto: Pietro trascorrerà tutte le estati in quel luogo "chiuso a monte da creste grigio ferro e a valle da una rupe che ne ostacola l'accesso" ma attraversato da un torrente che lo incanta dal primo momento. E lí, ad aspettarlo, c'è Bruno, capelli biondo canapa e collo bruciato dal sole: ha la sua stessa età ma invece di essere in vacanza si occupa del pascolo delle vacche.
Iniziano cosí estati di esplorazioni e scoperte, tra le case abbandonate, il mulino e i sentieri piú aspri. Sono anche gli anni in cui Pietro inizia a camminare con suo padre, «la cosa piú simile a un'educazione che abbia ricevuto da lui». Perché la montagna è un sapere, un vero e proprio modo di respirare, e sarà il suo lascito piú vero: "Eccola lí, la mia eredità: una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino". Un'eredità che dopo tanti anni lo riavvicinerà a Bruno.
Paolo Cognetti, uno degli scrittori piú apprezzati dalla critica e amati dai lettori, entra nel catalogo Einaudi con un libro magnetico e adulto, che esplora i rapporti accidentati ma granitici, la possibilità di imparare e la ricerca del nostro posto nel mondo.


Il pensiero di Blog Expres

"Le Otto Montagne" di Paolo Cognetti è il libro vincitore del Premio Strega 2017 ed è il libro che mi ha tenuto compagnia durante la mia vacanza estiva sulle Dolomiti.
E' stata la lettura ideale visto che il libro di Cognetti è innanzitutto un inno alla montagna che non è semplicemente una splendida location, ma è la vera protagonista della storia.
Per l'autore la montagna è uno stile di vita e una mentalità ben precisa nella quale in parte mi sono identificata o comunque condivido questa visione della montagna come modo di vivere la vita un passo davanti all'altro nel silenzio.
Girata l'ultima pagina e terminata la lettura, questo libro mi ha lasciato molta malinconia che però è la sensazione che si ha fin dalle prime pagine e questa cosa mi ha spiazzato. Non mi aspettavo una storia così intensa e triste. Si tratta di un romanzo di formazione in cui c'è una grande introspezione psicologica e una profonda caratterizzazione dei personaggi.
In particolare la storia ruota intorno al rapporto conflittuale tra un padre e un figlio e sull'amicizia tra due ragazzi molto diversi per estrazione sociale e per il contesto familiare e culturale, ma che la montagna fa incontrare e diventare amici per sempre.
Ho amato molto questo rapporto spigoloso tra Pietro e suo padre Giovanni, i quali hanno due modi diversi di approcciare alla montagna che corrispondono a due modi differenti di intendere la vita.
Il passato è a valle, il futuro a monte. Ecco come avrei dovuto rispondere a mio padre. Qualunque cosa sia il destino, abita nelle montagne che abbiamo sopra la testa.
D'altro canto l'amicizia tra Pietro e Bruno è qualcosa che stupisce, ma che fa anche riflettere. Pietro è un ragazzino di città che vive a Milano e ha una famiglia con dei genitori attenti che lo seguono nella sua crescita e che ogni estate lo portano in vacanza in montagna in un paesino di nome Grana ai piedi del Monte Rosa. Qui incontra un bambino del posto, Bruno, che invece non ha una famiglia alle spalle, perchè abbandonato dal padre, vive con la madre e gli zii a diretto contato con la natura sviluppando un carattere quasi selvaggio e un rapporto viscerale con la montagna stessa.
Siete voi di città che la chiamate natura. E' così astratta nella vostra testa che è astratto pure il nome.  Noi qui diciamo bosco, pascolo, torrente, roccia, cose che uno può indicare con il dito. Cose che si possono usare. Se non si possono usare, un nome non glielo diamo perchè non serve a niente.
Nonostante tutte queste diversità, il ragazzino di città e il ragazzino dei boschi fanno amicizia grazie anche a Giovanni che in Bruno vede un altro figlio che avrebbe voluto avere, un figlio forse più vicino al suo modo di sentire. Infatti mentre Pietro entra sempre in conflitto con il padre, Bruno, che un padre non ce l'ha, lo prende come punto di riferimento fondamentale e ciò che accomuna tutti e tre è l'amore per il Monte Rosa che ogni estate li attira in vetta anche sfidando situazioni estreme, come l'episodio in cui il padre li porta ancora piccoli ad esplorare il ghiacciaio. Quindi i tre spesso fanno escursioni rischiose e avventurose durante le quali Pietro sviluppa un moto d'insofferenza nei confronti del padre e dei suoi modi di fare.
Complessivamente la storia mi è piaciuta molto e "Le Otto Montagne", come tutti i libri Einaudi, è un romanzo molto curato dal punto di vista editoriale, nei contenuti, nella grafica.
"Le Otto Montagne" è uno di quei libri che una volta chiuso, anche nei giorni successivi ci ritorni con la mente, ti offre tantissimi spunti di riflessione e ti fa amare anche quelle tematiche che lì per lì possono lasciare il lettore un pò perplesso.
E' un libro che merita di essere letto, apprezzabile maggiormente da chi ama la montagna, ma anche da tutti coloro che amano i libri esistenziali e da chiunque abbia voglia di una storia corposa.
E' un libro che lascia il segno, nel mio caso almeno è stato così.

Stavo imparando che cosa succede a uno che va via: 
che gli altri continuano a vivere senza di lui.




Post di Maria Milani

9 commenti:

  1. In generale mi fido molto del premio strega, ma dopo la tua recensione sono ancor più decisa ad aggiungerlo all mia wl!

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    1. A prescindere dal premio ricevuto.... Merita proprio tanto come libro, io lo avrei letto comunque! Buona giornata!

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  2. Buonasera Maria, io questo libro non l'ho letto, ma mio marito sì. Lo ha amato e mi ha raccontato sensazioni simili da quelle che tu hai descritto nelle righe qui sopra. Io non so se lo leggerò, ma credo che prima o poi dovrei, perché comunque ho la curiosità, ormai si è insinuato il tarlo..: a presto, un abbraccio

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    1. Ciao Baba, visto che il libro ce l'hai già a portata di mano... Io una chance gliela darei! Fammi sapere! Baciotti Maria

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